mercoledì 10 novembre 2021

Intervistiamo Rocco Luccisano, lo scrittore di thriller che ci presenta "Petroleaks"


1) Benvenuto su "Gialli & neri", Rocco. Cosa significa scrivere per te?
Buongiorno a voi, e grazie per l’ospitalità. Scrivere può voler dire tante cose: sfogarsi, voler comunicare un’idea, un messaggio o trasmettere determinate sensazioni o emozioni. Tutto dipende dalle esigenze del momento. Per me è innanzitutto un esercizio mentale, un momento di evasione. Significa dare sfogo alla mia fantasia, stimolare quella creatività che mi permette di fuggire dalla ripetitività e dagli schematismi quotidiani. Vuol dire discostarmi per un attimo dalla realtà ed entrare in un mondo immaginario da me stesso plasmato ad occhi aperti. È creare una storia che catturi interesse: un intrigo, un mistero, un enigma che stimoli curiosità, una scena che possa sorprendere. È un viaggio nell’immaginazione in cui io sono colui che scrive ma anche chi legge; ciò perché per me scrivere una storia somministrando le proprie sensazioni e sfumature è solo la metà dell’opera. L’altra metà la scrive nella propria mente il lettore, il quale col suo punto di vista e con la sua propria esperienza definisce i luoghi, le scene e i personaggi e le loro espressioni. In definitiva, quando scrivo sono  anche e soprattutto il primo dei lettore dei miei libri, dalla cui lettura devo trarne soddisfazione affinché vadano in pubblicazione; altrimenti rimangono nel cassetto, come un pittore o uno scultore che non esporrebbe mai un quadro o una scultura di cui non è soddisfatto.

2) Quando hai pubblicato il primo libro? È stato difficile?
In giugno del 2019 ho pubblicato il romanzo d’esordio scritto nel 2018. Ho una pessima memoria, ma ricordo ancora la prima volta che presi carta e penna e comincia a prendere appunti e ad abbozzarne la trama. Le difficoltà non mancano mai, ma è l’esercizio a venirci in soccorso.
3) Quali sono gli ingredienti che servono in un thriller?
Sebbene un giallo o un thriller possa avere tante sfaccettature, dallo storico, al legale, al tecnologico, etc., direi debba essere sempre presente almeno uno tra suspense, mistero, tensione narrativa, psicologia specifica dei personaggi; e sempre la capacità di sorprendere. Tutti elementi che dall’esordio ad oggi ho cercato di rafforzare con sempre maggior incisività.

4) Da dove nasce la storia di "Petroleaks"?
I miei thriller contemporanei, compresi quelli scritti ma non ancora pubblicati, quasi sempre nascono dall’osservazione e analisi dell’attualità o degli ultimi decenni. In Petroleaks, la scintilla è scattata osservando il fenomeno delle migrazioni di massa degli ultimi anni nel Mediterraneo. C’è invece una particolarità, quasi “curiosità” in Pericolo all’Avana, dove è descritto uno scenario pandemico simile a quello attuale. Si potrebbe pensare che sia stato scritto quasi banalmente basandosi sull’attuale pandemia da covid-19. Invece è stato scritto nel 2018, nato dall’analisi della ciclicità delle epidemie virali (Ebola, Sars, etc.) dopo aver notato che la loro frequenza si è intensificata nell’ultimo decennio anni tanto da trovarci oggi di fronte a questo problema di dimensioni planetarie, proprio come nel mio primo romanzo.

5) Il punto forte? E di debolezza del tuo libro?
Il punto forte: la tensione, la suspense. Quello debole potrebbe essere il numero dei personaggi, la foltezza inziale. Pensando a una recensione letta, mi viene da pensare anche a qualche scena più cruenta del solito, comunque nulla al confronto di famosi libri, film serie tv.

6) A quale personaggio ti sei di più affezionato in "Petroleaks"? E perché?
Le due vedove, perché mostrano tutta la loro forza d’animo, la caparbietà, la fedeltà coniugale e l’attaccamento ai loro principi. Ma non posso non includere Mattia. La sua peculiarità fisica lo rende quasi unico, e comunque nel novero di pochi al mondo.

7)Ti ha aiutato l’utilizzo dei social network per la promozione?
In questo momento storico direi che è imprescindibile, come lo dovrebbero essere invece i libri e la lettura; ma più che i social network lo è diventato la tecnologia in sé e la sempre maggiore dipendenza ad essa. Volenti o nolenti, dobbiamo avere consapevolezza che è ormai uno stato di fatto e dobbiamo imparare a conviverci al meglio, con il giusto approccio e la dovuta educazione.

8) Stai lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?​
Sì, è in uscita nei prossimi giorni un romanzo thriller e di avventura ambientato in un immaginario triangolo geografico tra il centro e il sud America, una spedizione archeologica sulle orme di un’antica leggenda precolombiana. Ho appena concluso un thriller dalle tinte nere ambientato nelle valli dell’Appenino ligure, anch’esso basatosi su una leggenda del luogo. Ma la cosa più importante è che vedo maturare la mia scrittura libro dopo libro, pagina dopo pagina.

9) Ti ringrazio per il tempo dedicato, vuoi dirci ancora qualcosa?
Dimenticavo. È in fase di ultimazione un thriller storico scritto a quattro mani che ha come protagonista un carismatico imprenditore sanremese realmente vissuto nella metà del Settecento, console onorario e spia della Corona inglese. Concludo facendovi i complimenti e augurandovi successo per questa vostra interessante realtà, nuova ma che vedo crescere a vista d’occhio sul web e sui social. Ad maiora.

Redazione Gialli&Neri 

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