È uno dei romanzi più intriganti del panorama noir italiano che descrive la Calabria criminale del XXI secolo. Il giovane Campolo con “Terra Nostra” proietta un'immagine ben specifica del fazzoletto di terra calabra che si affaccia sullo stretto di Messina, quella della vita di intere famiglie criminali: una vita di omertà, di violenza; ma anche di forti legami famigliari, dove le tradizioni non solo sopravvivono, ma diventano un punto di riferimento su cui orientare la propria esistenza. E questa vita è raccontata come una crime story: dialoghi veloci e secchi, personaggi che si intrecciano tra loro, crimini che si susseguono, vittorie e sconfitte, ascese e declini repentine. Alcuni capitoli del romanzo sono ambientati a Palermo all'interno dell'Ucciardone uno dei carceri di massima sicurezza più antichi della Sicilia risalente all'epoca borbonica, intitolato al maresciallo degli agenti di custodia Calogero Di Bona, ucciso dalla mafia nell'agosto 1979. Nel romanzo Terra Nostra è il luogo dove è recluso il boss Don Peppe Ferraro, qui gli è stato dato il soprannome dai detenuti siciliani: 'u Calabrisi. Altro luogo invece è lo stretto di Messina proprio all'interno di un traghetto, dove vedremo Serena, la figlia del boss che dovrà imbarcarsi per raggiungere il padre a Palermo per i colloqui. Un noir mozzafiato quello di Campolo, che ultimamente è stato rilanciato dalla stampa nazionale dal massmediologo e giornalista Klaus Davi sbalzando nella classifica Bestseller di Amazon tra i 15 libri più venduti a dicembre 2021. Visto il grande successo di vendite su Amazon e l'interesse mediatico dello stesso Klaus Davi, la crime story calabrese potrebbe presto diventare una fiction tv.
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