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sabato 4 dicembre 2021

Vi presentiamo "Luoghi del crimine",cinque racconti thriller di Corinna Schmidt

Trama
Cinque città, cinque luoghi del crimine, in una Germania diversa dai cliché. Dall’atmosfera idilliaca delle Alpi Bavaresi, sconvolta dall’omicidio apparentemente insensato di un vecchio, ai vicoli malfamati di Duisburg, dove si aggira un commissario suicida. Dagli ambienti più esclusivi di Düsseldorf, in compagnia di una giovane agente amante della movida, al mondo della finanza a Francoforte, dove un giornalista rischia la vita per smascherare i potenti. Per finire a Monaco di Baviera, sulle tracce segretissime dell’Attentato all’Oktoberfest.

L'ospite di oggi è Gianluca Calvosa l'autore del romanzo "Il tesoriere"

Gianluca calvosa

1. Un benvenuto a Gianluca Calvosa su Gialli e Neri. Ti ringraziamo per la tua disponibilità e iniziamo subito con la prima domanda. Com’è nata l’idea del romanzo "Il tesoriere"?
Grazie a voi per questa chiacchierata.

L'idea nasce da un litigio avvenuto alcuni anni fa, quando mi ritrovai spettatore di una curiosa discussione i cui protagonisti erano due ex comunisti che a vent’anni di distanza avevano ricoperto ruoli di primo piano nel PCI. Un episodio che mi spinse a conoscere meglio la storia di quelle persone. Li ascoltavo per ore con la consapevolezza di trovarmi in una biblioteca destinata a dissolversi improvvisamente nella cenere di un rogo. E così, io che degli anni Settanta pensavo di sapere quasi tutto per aver letto tanto, mi resi conto che in realtà avevo capito poco. Mi ero nutrito di fatti, di circostanze, senza soffermarmi sulle persone, e come diceva Marx “le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze”.

2. Per la realizzazione del romanzo hai preso ispirazione a qualche periodo storico particolare? C'è del vero all'interno del libro?
Tutto quello che il romanzo racconta è vero e inventato allo stesso tempo. La storia, ambientata a Roma,​ tra il '72 e il '76, è fortemente acorata​ agli avvenimenti storici di quegli anni pienti di tensione e prende ispirazione da fatti realmente accaduti, alcuni noti, altri meno. Chi quegli anni lo ha vissuti da protagonista della nostra politica ha ritenuto la storia intrigante e verosimile. Ma una delle cose che mi ha fatto più piacere, è stata il commento di un noto politico che mi ha detto: "quell'episodio si riferisce a me, ero io in quella stanza con quelle persone. Devo averlo raccontato e tu lo hai messo nella storia." In realtà lo avevo inventato di sana pianta, ma lui lo ha ritenuto talmente verosimile da riconoscersi. Ecco, credo sia una delle cose che mi è riuscita. Scrivere una storia​ credibile.

3. Che Italia era quella del periodo de "Il tesoriere"?
Era un paese in fermento. Ereano gli anni della Guerra Fredda, delle università occupate, del volantinaggio in fabbrica, dei cortei di piazza e delle prime vittime del terrorismo. L’Italia è troppo strategica per lasciare l’iniziativa al nemico: comunisti, democristiani, CIA, KGB, servizi deviati, brigatisti e alti prelati del Vaticano si incrociano a Roma, vero epicentro della contrapposizione tra Mosca e Washington, mettendo in scena un conflitto senza precedenti che, anestetizzato dall’abbraccio della Dolce Vita, trasforma la Città Eterna nel parco divertimenti dello spionaggio internazionale.
Il tesoriere racconta quel periodo attraverso storie di soldi, tanti soldi, storie di militanza e di tradimenti, di fantasmi testardi, nobili proletari, truffatori metodici, ministri senza culto, criminali devoti ed eroi inconsapevoli.

4. Quale personaggio del tuo romanzo ti ha di più affascinato nel raccontarlo? Ci puoi svelare i suoi pregi e difetti?
Sceglierne uno sarebbe tradire gli altri. Di certo il più impegnativo è stato il protagonista, Andrea Ferrante,​ un oscuro funzionario che dopo quattordici anni trascorsi tra i corridoi polverosi di un soffocante archivio alla periferia di Milano, è ormai rassegnato al suo dignitoso quanto anonimo ruolo di piccolo funzionario politico, ben lontano dalla radiosa carriera cui un tempo sembrava destinato. A strapparlo dal torpore del fallimento è un’inattesa convocazione a Roma dove, contro ogni logica e consuetudine, il nuovo segretario del PCI lo nomina tesoriere del partito. Ma l’entusiasmo per il prestigioso incarico, però, lascia presto il posto allo sconcerto: non solo il suo predecessore è stato trovato morto in circostanze poco chiare, ma il primo compito che Ferrante deve affrontare è interrompere il fiume di denaro proveniente da Mosca. Quindi il grigio archivista è costretto a diventare una superspia per navigare nel mare burrascoso della guerra fredda.

5. Il successo di "Il tesoriere" era tra le tue aspettative?
Nella vita mi occupo d'altro. Sono un ingegnere e gestisco le mie imprese in ambiti molto lontani dalla politica e della scrittura. Quindi non avevo particolari aspettative. Sono partito da un bisogno diverso, quello di appassionare altri ad un periodo fondamentale della nostra storia recente e per me che in quel periodo ero un ragazzino non è stato semplice. Quando Giovanni Francesio (responsabile della narrativa di Mondadori) mi ha detto che avevo scritto un libro inaspettato - lo ha definito "il romanzo che non c'era" - confesso che mi ha preso di sorpresa.​ ​

6. Quale recensione ti ha colpito di più fino ad oggi? Un personaggio​ politico a cui è piaciuto tanto il tuo romanzo?
Forse quella più inaspettata è stata quella di Adriano Sofri, uno che di quel periodo storico è considerato, nel bene e nel male, un punto di riferimento. Sul Foglio ha definito il romanzo "Ambizioso e abile" è ha poi scritto letteralmente​ "Ne raccomando la lettura, che è avvincente... penso che un racconto della storia spinto all’estremo della paranoia ben costruita possa magari eccitare un’ironia sepolta in lettrici e lettori contemporanei. Se no, peggio per loro". Ma confesso che quella che mi ha reso più felice è stata quella di Elisa Contessotto, che al tempo non era neppure nata. Elisa scrive: "Quando ... ho letto la sinossi ho pensato: non fa per me!​ Beh, mi sbagliavo. E' una spy story avvincente, con dialoghi pungenti e raffinati e una trama che coinvolge il lettore sempre più... Il tesoriere mi ha spinto ad approfondire, ma soprattutto mi ha divertito! Mi ha fatto intrigare dai suoi dialoghi tra spie. Uno spasso dal primo all’ultimo".
Ecco, era proprio quello che volevo fare, anche per questo ho scelto un romanzo e non ho un saggio per raccontare quegli anni.

7. Ci sono altri progetti editoriali dopo "Il tesoriere" ? Se sì ci puoi anticipare qualcosa?
Si, torno ancora dietro nel tempo. Ad un altro periodo critico, il dopoguerra. E ci torno con un un giallo: questa volta niente spie ma tanto mistero.​

La redazione Gialli e Neri

Il libro
Titolo: Il tesoriere
Autore: Gianluca Calvosa
Uscita nelle librerie e sulle piattaforme digitali: 14/09/2021
Editore: Mondadori
Collana: Strade Blu
Presso: (versione stampata): 19 euro